Umm al-Muqtadir-Billah
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Shaghab Umm al-Muqtadir Billah (in arabo شغاب أم المقتدر بالله?; ... – Baghdad, 933 circa), è stata la prima regina-madre[1] nella storia dell'Islam, madre di Al-Muqtadir, diciottesimo califfo della dinastia degli Abbasidi. Esercitò una notevole influenza sugli affari di stato durante il regno di suo figlio.
Shaghab, | |
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Regina madre, al-Sayyida ("la Signora"), Umm al-Muqtadir-Billah ("madre di Muqtadir-Billah") | |
Morte | Baghdad, 933 circa |
Dinastia | Abbasidi |
Consorte | al-Muʿtaḍid |
Figli | Al-Muqtadir |
Religione | Islam |
Si ritiene che fosse di origini Rummiyya, cioè di origine greca dall'Impero Bizantino[2]. Le fonti storiche riferiscono che era una delle schiave di Umm Qasim, una figlia di Muhammad ibn Abdallah ibn Tahir[2], il governatore tahiride di Baghdad, nel periodo 851-867. Non sono note le circostanze[3] che la portarono ad entrare a far parte dell'harem del Califfo al-Muʿtaḍid, divenendone concubina. Dopo aver dato alla luce Ja'far, il futuro al-Muqtadir, nell'895, fu liberata e nominata Umm al-Walad, ricevendo il nome di Shaghab (dall'arabo "Turbolenta")[4].
Quando il qadi (giudice islamico) Ahmad ibn Yaqub rifiutò di riconoscere suo figlio Al-Muqtadir come Califfo, a causa della sua giovane età, Shaghab lo fece giustiziare[5]. Affermò che gli affari dell'umma (il regno), specialmente della giustizia secolare, sarebbero stati meglio gestiti con una donna. Nominò la sua assistente (in arabo: qahramāna) Thumal (in arabo: ثمل القهرمانة) quale responsabile dei tribunali mazalim, una sorta di ministro della giustizia dell'epoca, che supervisionava il lavoro dei qadi, che si erano opposti alla reggenza di una donna[5]. Secondo lo storico Ṭabarī, Thumal svolse le sue funzioni in maniera lodevole tanto da ottenere grande popolarità a causa delle nuove riforme che includevano la riduzione di diverse tasse. Tuttavia nella storia musulmana, questa esperienza di governo al femminile viene ricordata come prova di decadenza e fragilità del regno di al-Muqtadir, descritto dallo storico arabo Ibn Hazm un esempio di "scandalo di cui non si è visto nulla di paragonabile sino ad oggi"[5]
Durante il suo regno, Shaghab spese somme ingenti nella carità pubblica, che le diede una certa popolarità[6]. Il suo potere nell'harem[7] di corte poi era insuperabile, luogo dal quale regnò con l'aiuto di diverse assistenti (qahramāna). È noto come al-Muqtadir passasse la maggior parte del suo tempo nelle stanze private della madre[5].