Trattato di Livadia
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Il trattato di Livadia fu un trattato ineguale tra l'Impero russo e la dinastia Qing cinese firmato a Livadija, in Crimea, il 2 ottobre 1879,[1] in cui la Russia accettò di restituire una parte delle terre che aveva occupato nello Xinjiang durante la rivolta dei Dungani del 1862–1877. Anche se le forze Qing avevano riconquistato l'area, il trattato risultante fu estremamente sfavorevole alla Cina. Di conseguenza, il governo Qing rifiutò di ratificarlo e Wanyan Chonghou, l'emissario che aveva condotto i negoziati per la parte cinese, venne condannato a morte (sebbene la sentenza non sia stata eseguita per le proteste dei russi). Diciassette mesi dopo, le due nazioni firmarono il trattato di San Pietroburgo (1881), che a parte le questioni territoriali, aveva in gran parte gli stessi termini del trattato di Livadia.
Trattato di Livadia | |
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Il trattato di Livadia | |
Tipo | trattato bilaterale |
Firma | 2 ottobre 1879 |
Luogo | Livadija, Crimea (Impero russo) |
Parti | Impero russo Impero cinese |
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