Tito (imperatore)
decimo imperatore romano (79 - 81) / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Tito Flavio Cesare Vespasiano Augusto (in latino Titus Flavius Caesar Vespasianus Augustus; nelle epigrafi: IMP·T·CAESAR·VESPASIANUS·AVG·PON·M·TR·POT[16]; Roma[17], 30 dicembre 39[18] – Aquae Cutiliae[19], 13 settembre 81[19]), meglio conosciuto semplicemente come Tito, è stato un imperatore romano, appartenente alla dinastia flavia e regnante per poco più di due anni[20] dal 79 alla sua morte.
Tito | |
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Imperatore romano | |
Busto di Tito (Musei capitolini, Roma) | |
Nome originale | Titus Flavius Vespasianus (alla nascita) Titus Flavius Caesar Vespasianus Augustus (dopo l'ascesa al potere imperiale) |
Regno | 24 giugno 79 – 13 settembre 81 |
Tribunicia potestas | 11 volte:[1] la prima volta (I) il 1º luglio del 71 e poi rinnovata ogni anno |
Titoli | Pater Patriae, dal giugno del 79[2] |
Salutatio imperatoria | 18 volte:[1] I nel 70,[3] (II) nel 71, (III-IV) 72, (V) 73, (VI-VIII) 74, (IX-XII) 76, (XIII) 77,[4] (XIV) 78,[2] (XV) dopo l'8 settembre del 79[5] e (XVI-XVII-XVIII[1]) 81 |
Nascita | 30 dicembre 39 Roma |
Morte | 13 settembre 81 (41 anni) Aquae Cutiliae |
Predecessore | Vespasiano |
Successore | Domiziano |
Coniuge | Arrecina Tertulla (62-63)[6] Marcia Furnilla (63-65)[7] |
Figli | Giulia Flavia (da Arrecina Tertulla)[8] Flavia (da Marcia Furnilla)[9] |
Dinastia | Flavia |
Padre | Vespasiano |
Madre | Flavia Domitilla maggiore |
Tribuno militare | tra il 58 e il 60,[10] prima in Germania superiore, dove ebbe per collega Plinio il Vecchio,[11] poi in Britannia[6] |
Questura | attorno al 63[6] |
Legatus legionis | della Legio V Macedonica e della Legio X Fretensis nel 66[12] |
Consolato | 8 volte (designato per la nona volta?[1]): nel 70 (I), 72 (II), 74 (III),[13] 75 (IV), 76 (V),[14] 77 (VI),[4] 79 (VII)[15] e 80 (VIII).[1] |
Censura | durante il principato del padre Vespasiano |
Prefetto | del Pretorio |
Pontificato max | dal giugno del 79[2] |
Secondo della dinastia Flavia a salire al trono, Tito fu un abile e stimato generale che si distinse per la repressione della ribellione in Giudea del 70, durante la quale venne distrutto il secondo tempio di Gerusalemme[21]. È noto per il suo programma di opere pubbliche a Roma e per la sua generosità nel soccorrere la popolazione in seguito a due eventi disastrosi: l'eruzione del Vesuvio del 79 e l'incendio di Roma dell'80[22]. Per la sua indole e per il sostanziale accordo con il Senato, fu considerato un buon imperatore da Tacito e da altri storici contemporanei. Celebre è la definizione che diede di lui lo storico Svetonio:
«Amor ac deliciae generis humani.»
«Amore e delizia del genere umano.»
(Svetonio, Vite dei Cesari, Tito, I)