Teramene
politico, oratore e militare ateniese / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Teramene, figlio di Agnone del demo di Stiria (in greco antico: Θηραμένης?, Thēraménēs, a sua volta da θήρα ("caccia") e μένος ("forza vitale"); Coo, 450 a.C. circa – Atene, 404 a.C.), è stato un politico, oratore e militare ateniese.
Teramene | |
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Soprannome | Coturno |
Nascita | Coo, 450 a.C. circa |
Morte | Atene, 404 a.C. |
Cause della morte | esecuzione mediante cicuta |
Dati militari | |
Paese servito | Atene |
Grado | Generale (stratego), trierarca |
Guerre | Guerra del Peloponneso |
Battaglie | Battaglia di Cizico (410) Assedio di Bisanzio (408) Battaglia delle Arginuse (406) |
Altre cariche | Politico |
Vedi bibliografia | |
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Teramene | |
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Tiranno di Atene (regime dei trenta tiranni) | |
Durata mandato | 404 a.C. – 403 a.C. |
Predecessore | Alesia (come arconte eponimo) |
Successore | Eucleide (come arconte eponimo) |
Nato nell'isola di Coo da Agnone[1] ma cittadino ateniese, Teramene fu uno dei fautori del colpo di Stato oligarchico ateniese del 411 a.C., che portò al governo la Boulé dei Quattrocento.[2] Successivamente si oppose a tale regime, sostituendolo con l'assemblea dei Cinquemila[3] che, dopo aver eliminato i principali esponenti dei Quattrocento, nel 409 restaurò pienamente la democrazia.
Dopo aver ricoperto la carica di stratego, fu trierarca durante la battaglia delle Arginuse del 406 a.C., combattuta tra Atene e Sparta nelle fasi finali della guerra del Peloponneso. Nel conseguente processo, fu accusato assieme agli altri ufficiali di aver abbandonato i naufraghi al loro destino.[4] Teramene fu assolto a scapito degli strateghi suoi superiori che furono invece condannati a morte.[5]
Dopo la sconfitta ateniese nella battaglia di Egospotami (405 a.C.), fu inviato a Sparta come ambasciatore per trattare la resa di Atene.[6] Tornato in patria, convinse l'assemblea ad accettare le condizioni degli Spartani, che implicavano la demolizione delle Lunghe Mura.
Dopo la costituzione del regime oligarchico filo-spartano dei Trenta tiranni, del quale fece parte, venne in contrasto con Crizia, il capo dei Trenta, per il suo governo repressivo e sanguinario e fu da questi costretto al suicidio (404 a.C.)[7].
Senofonte[8] tramanda che fu soprannominato dai contemporanei Coturno per il suo trasformismo politico nel passare con disinvoltura dalla fazione oligarchica a quella democratica e viceversa: il coturno, infatti, era un calzare utilizzato dagli attori tragici che poteva essere indifferentemente calzato sia al piede destro sia a quello sinistro. Plutarco[9] testimonia come Giulio Cesare espresse nei suoi scritti la sua stima verso Teramene, paragonandolo a Pericle e a Cicerone; infine, secondo Aristotele,[10] Teramene fu, assieme a Nicia e a Tucidide di Melesia, uno dei tre soli ateniesi di nobili origini che nutrirono affetto e benevolenza verso il popolo.