Partito Kao Klai
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Il Partito Kao Klai (in thailandese พรรคก้าวไกล, Phak Kao Klai, in inglese Move Forward Party[12][13][14]) è un partito politico della Thailandia fondato nel 2014 con il nome Partito Ruam Pattana Chart Thai (in thailandese พรรคร่วมพัฒนาชาติไทย). Nel gennaio 2019 cambiò nome in Partito Phung Luang (in thailandese พรรคผึ้งหลวง) e in dicembre aveva ripreso il nome originale. L'8 marzo del 2020 prese il nome Partito Kao Klai quando vi confluirono 55 deputati del dissolto Futuro Nuovo, partito progressista di cui è considerato il successore.[2][5]
Partito Kao Klai | |
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(TH) พรรคก้าวไกล (EN) Move Forward Party | |
Leader | Chaithawat Tulathon |
Stato | Thailandia |
Sede | 22 Soi Phetkasem 47/2 Bang Khae, Bangkok |
Fondazione | 1º maggio 2014 (Partito Ruam Pattana Chart Thai)[1] 19 gennaio 2019 (Partito Phun Luang) 7 dicembre 2019 (Partito Ruam Pattana Chart Thai) 8 marzo 2020 (Partito Kao Klai)[2] |
Ideologia | Progressismo[2][3][4] Socialdemocrazia[5][6] Anti-militarismo[2] |
Collocazione | Centro-sinistra[7][8][9][10] |
Seggi Camera dei rappresentanti | |
Iscritti | 25 731[11] (2020) |
Sito web | www.moveforwardparty.org/ |
Kao Klai trionfò alle elezioni del 2023 ottenendo la maggioranza relativa dei voti e formò una coalizione con altri partiti pro-democrazia che raccolse 313 dei 500 deputati nella Camera bassa.[15] Fu presentata al nuovo Parlamento a camere congiunte la candidatura a primo ministro del leader del partito Pita Limjaroenrat, e fu bocciata per il mancato appoggio dei senatori che erano stati eletti dalla giunta militare prima delle precedenti elezioni, costringendo Kao Klai all'opposizione.[16][17]
Il partito è in linea con l'ideologia e gli obiettivi di Futuro Nuovo per raggiungere una democrazia reale in opposizione al militarismo che ha caratterizzato la politica thailandese dagli anni 1930 e in particolare dopo il colpo di Stato del 2014; si propone di ottenere l'introduzione di una nuova costituzione, la riforma di istituzioni chiave per la politica nazionale come la monarchia, le forze armate, il Senato, la Corte costituzionale, la Commissione elettorale, la Commissione anti-corruzione ecc.[2][3]