Opposizione delle Chiese al nazismo
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L'opposizione delle Chiese al nazismo in Germania, come le opposizioni da parte di altri soggetti, diretta all'abbattimento del regime nazista[a chi si riferisce l'autore quando parla di "altri soggetti" visto che dovremmo parlare escluivamente delle "chiese"? e perché l'opposizione delle chiese al regime nazista viene intesa esclusivamente come "abbattimento" del regime escludendo qualsiasi altra forma di "opposizione" come "condanna verbale e scritta" e "resistenza passiva"?] fu, per quanto riguarda l'efficacia, limitata e irrilevante, prettamente simbolica ma di profonda importanza.[ chi lo dice?]
Gli ostacoli per lo sviluppo in Germania, di una fattiva opposizione al nazismo, fra il 1933 e il 1939, furono i successi del regime in politica interna, quelli in politica estera e la spietata opera di repressione nazista, di una durezza ed organicità eccezionali,[1].
«... al cui confronto quella del fascismo italiano acquistava un carattere quasi artigianale.»
(M. Salvadori, ibidem.)
La repressione, che assunse l'aspetto del terrore, decapitò drasticamente fin dall'inizio le opposizioni. L'opposizione, praticamente annientata, si manifestò con piccoli gruppi che diffondevano materiali clandestini e sabotavano l'industria bellica, oltre che con i contatti diretti con gli emigrati attraverso cui acquisivano e davano notizie.[Parliamo delle chiese? pare un OT rispetto al tema principale. Inoltre la citazione di M. Salvadori, oggi è fuori luogo visto che gli storici del fascismo durante la Shoah (vedi gli scritti di Michele Sarfatti) non sminuiscono proprio la violenza fascista in Italia durante la Shoah paragonandola per crudeltà esattamente a quella nazista] Accanto a questi rari gruppi, composti prevalentemente da comunisti e socialdemocratici, vi era un'opposizione che potremmo chiamare di vertice composta cioè da borghesi, da alti gradi militari[2] e da alti prelati cattolici e protestanti.
Nell'opposizione dei militari e dei civili prevalevano due considerazioni essenziali, che la politica economica nazista, diretta essenzialmente al riarmo, avrebbe portato la Germania alla rovina e che il nazismo avrebbe precipitato il paese in una nuova guerra mondiale, che avrebbe annientato il popolo tedesco, mentre l'opposizione delle Chiese Cattolica e Protestante era diretta contro non solo il regime e le sue forme di neopaganesimo o allo spirito antireligioso proprio della ideologia nazista[3], ma contro la visuale ideologica totalizzante che il regime voleva attuare sulla formazione culturale della popolazione
«La concezione nazionalsocialista e quella cristiana sono inconciliabili.»
(Martin Bormann[4].)