Operazione Ginny
Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
Le operazioni Ginny I e Ginny II furono due missioni di sabotaggio, entrambe fallite, tentate dallo Office of Strategic Services (O.S.S.) americano (antesignano della CIA), durante la campagna in Italia nella Seconda Guerra Mondiale. L'obiettivo delle missioni era di far saltare in aria un tunnel ferroviario nella linea Genova – Pisa, all'altezza di Framura, in modo da interrompere le comunicazioni tra la Germania e le forze tedesche impegnate, in quel periodo, negli aspri combattimenti di Cassino.
Una delle particolarità delle missioni, era che i componenti del commando erano quasi tutti statunitensi di origine italiana.
Operazione Ginny parte dell'Operazione Strangle | |||
---|---|---|---|
Patch di stoffa con l'insegna dell'O.S.S. | |||
Data | 27 febbraio - 26 marzo 1944 | ||
Luogo | Costa ligure | ||
Esito | fallimento della missione | ||
Schieramenti | |||
Effettivi | |||
| |||
Perdite | |||
| |||
Voci di guerre presenti su Wikipedia | |||
La prima missione, Ginny I, fu tentata nella notte tra il 27 ed il 28 febbraio 1944, quando 15 commando sbarcarono sulla terraferma ad ovest del piccolo comune di Framura, in Liguria; non riuscendo ad individuare il tunnel obiettivo del sabotaggio, i commando si resero conto di essere sbarcati nel punto sbagliato, e quindi venne deciso di annullare la missione.
La missione Ginny II fu intrapresa il mese successivo, per tentare di portare a compimento gli intendimenti del piano originale. Il 22 marzo 1944 avvenne un nuovo sbarco, che tuttavia si rivelò nuovamente lontano dal punto prestabilito. I commando, impossibilitati a ritornare indietro, vennero infine catturati da forze italo-tedesche due giorni dopo. Inviati a La Spezia per essere interrogati, nonostante vestissero uniformi militari vennero fucilati il 26 marzo, per ordine del comandante del LXXV Armee-Korps, generale Anton Dostler[1][2].
Per questo crimine, alla fine della guerra lo stesso Dostler venne condannato a morte da un tribunale militare americano, e fucilato ad Aversa, il 1º dicembre 1945[3].