Inquisizione di Goa
estensione dell'Inquisizione portoghese nei territori portoghesi dell'India (1560-1820) / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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L'Inquisizione di Goa è stata un istituto religioso della Chiesa Cattolica, attivo in India tra il 1560 e il 1820 come un ramo dell'Inquisizione portoghese dopo che l'India divenne una colonia del Portogallo.[2] L'inquisizione sbarcò a Goa con l'intento di fermare e punire l'eresia in Asia, concentrandosi e punendo le popolazioni locali che dopo essersi convertite al cristianesimo venivano sospettate di continuare a praticare segretamente le loro religioni.[3] Attiva a Goa tra il 1560 e il 1774 e poi nuovamente tra il 1778 e il 1820, l'inquisizione perseguitò prevalentemente induisti, musulmani e cristiani di San Tommaso, condannando diverse dozzine di persone alla prigionia, alla tortura o alla morte nel corso dei suoi quasi tre secoli.[4][5] Oltre a perseguitare gli eretici, gli inquisitori goani bruciarono tutti i libri in sanscrito, arabo, marathi e konkani che riuscirono a trovare a Goa, oltre a limitare fortemente la circolazione di testi protestanti arrivati sulle navi mercantili olandesi e inglesi.[6][7][8]
«Goa est malheureusement célèbre par son inquisition, également contraire à l'humanité et au commerce. Les moines portugais firent accroire que le peuple adorait le diable, et ce sont eux qui l'ont servi.»
«Sfortunatamente, Goa è famosa per la sua Inquisizione, che è contraria all'umanità e al commercio. I monaci portoghesi ci hanno fatto credere che la popolazione adorasse il diavolo, ma sono loro ad averlo servito»
L'Inquisizione di Goa fu istituita su richiesta del missionario Francesco Saverio in una lettera a Giovanni III del Portogallo datata 16 maggio 1546, ma non fu effettivamente istituita prima del 1560.[9] Tra l'anno della sua fondazione e la sua temporanea abolizione nel 1774 l'Inquisizione di Goa aveva portato a processo almeno 16.202 persone, ma dato che gli archivi dell'Uffizio furono distrutti nel 1820 è impossibile sapere con certezza quanti processi si conclusero con delle condanne.[10] Le fonti sopravvissute suggeriscono che almeno 57 persone furono giustiziate per eresia, mentre altre 64 furono arse "in effigie", ossia una loro immagine fu bruciata dopo che le persone rappresentate erano morte in carcere in attesa della sentenza.[11] Il numero potrebbe essere più elevato, dato che fonti francesi - tra cui il medico Charles Dellon, imprigionato dall'inquizione di Goa per cinque anni e il cui resoconto della vicenda ispirò il Candido di Voltaire - suggeriscono che molti prigionieri furono lasciati a morire di fame in carcere senza mai arrivare a processo, tra cui numerosi induisti.[12]
Oltre a perseguitare eretici, ebrei ed omosessuali, l'Inquisizione di Goa proibì le festività induiste e islamiche, oltre a qualunque attività che ostacolasse la conversione al cristianesimo ad opera dei cattolici portoghese.[13] Grazie alla sua stretta collaborazione con il governo portoghese, l'Inquisizione di Goa legiferò sia contro le popolazioni autoctone che contro i coloni portoghesi (in prevalenza ebrei e cristiani di San Tommaso), originando leggi e riforme che continuarono a discriminare su basi religiose le popolazioni locali anche dopo lo scioglimento dell'istituzione nel 1820.[14] Tra esse anche la tassa "Xenddi", istituita nel diciassettesimo secolo contro gli induisti e abolita nel 1840 dal governatore J. J. Lopes de Lima, che la ritenne crudele e ridicola.[15]