Il Federalista
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Il Federalista (The Federalist o The Federalist Papers) è una raccolta di 85 articoli o saggi scritti con lo scopo di convincere i membri dell'assemblea dello Stato di New York a ratificare la Costituzione degli Stati Uniti d'America.[1] Settantasette di essi apparvero in tre giornali di New York tra l'ottobre 1787 e l'agosto 1788, tutti firmati con lo pseudonimo "Publius". Furono poi pubblicati, con l'aggiunta di altri otto, in un'edizione in due volumi: The Federalist; or, The New Constitution dall'editore J. and A. McLean nello stesso 1788.[2] Il corretto titolo originale della serie è The Federalist; il titolo The Federalist Papers entrò nell'uso soltanto nel XX secolo.
Il Federalista resta tuttora una fonte primaria per l'interpretazione della Costituzione degli Stati Uniti, poiché i saggi che lo compongono offrono una visione lucida e convincente del nuovo sistema di governo che essa aveva l'obiettivo di istituire.[3] Gli autori del Federalista desideravano sia sostenere il voto a favore della ratifica della Costituzione, sia influenzare le sue future interpretazioni. Secondo lo storico Richard B. Morris, i saggi sono una "incomparabile esposizione della Costituzione, un classico di scienza politica insuperato, sia in ampiezza che in profondità, dall'opera di alcun successivo autore statunitense".[4]
All'epoca della pubblicazione, l'identità degli autori degli articoli fu mantenuta segreta, ma alcuni tra i lettori più acuti ipotizzarono che fossero stati scritti da Alexander Hamilton, James Madison e John Jay. Quest'ipotesi fu confermata dopo la morte di Hamilton nel 1804, quando fu reso pubblico un elenco che rivelava la paternità dei singoli saggi.
Gli autori utilizzarono lo pseudonimo "Publius" in onore di Publio Valerio Publicola, uno dei primi consoli dell'antica repubblica romana.[5] Tutti e tre ebbero ruoli di grande rilievo nella vita politica delle colonie inglesi in Nord America e poi degli Stati Uniti a cavallo tra Settecento e Ottocento, e Hamilton e Madison furono tra i più attivi partecipanti alla Convenzione che scrisse la Costituzione. Anche se alcuni storici attribuiscono un ruolo rilevante a Thomas Jefferson, è a Madison che oggi viene attribuita la maggiore influenza nella stesura della Costituzione (Madison è spesso chiamato "padre della Costituzione", anche se egli stesso rifiutò ripetutamente di essere definito tale). Madison fece poi parte della Camera dei Rappresentanti (1789-1797) in cui ebbe grande influenza; fu Segretario di Stato (1801-1809) e infine fu il quarto Presidente degli Stati Uniti (1809-1817).[6] Hamilton, che era stato uno dei principali sostenitori della riforma costituzionale nazionale negli anni '80 del Settecento, nel 1789 divenne il primo Segretario del tesoro, e detenne questa posizione fino al 1795 quando si dimise. John Jay, che era stato Segretario per gli Affari Esteri all'epoca degli Articoli della Confederazione dal 1784 fino alla loro abrogazione nel 1789, divenne il primo Giudice Capo degli Stati Uniti nel 1789, e lasciò questa carica nel 1795 quando fu eletto governatore dello stato di New York (carica che detenne fino al 1801).