Gesualdo (famiglia)
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I Gesualdo sono una famiglia nobile italiana.
Gesualdo | |
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D'argento, al leone di nero, accompagnato da cinque gigli di rosso.[1] | |
Stato | Regno di Napoli |
Titoli |
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Fondatore | Guglielmo Borsa |
Ultimo sovrano | Fabrizio di Gesualdo |
Data di fondazione | 663 |
Data di estinzione | 1770 |
Etnia | Italiana |
Secondo antiche cronache[2] e ampia bibliografia hanno come capostipite Guglielmo, figlio naturale di Ruggero Borsa[1][2][3][4][5][6][7] e primo signore di Gesualdo[3] (dal quale feudo trasse il cognome[7]), che sposò Alberada figlia di un Goffredo I conte di Lecce[4]. Si trova incisa in pietra un'iscrizione nel castello di famiglia a Gesualdo che recita[2]:
«Carolus Gesualdus ex nobilissimi Rogerii nortmanni Apuliae et Calabriae ducis genere Compsae Comes Venusii Princeps.»
Esponenti della famiglia ebbero cariche sia statali che ecclesiastiche; tra le ecclesiastiche Alfonso fu cardinale ed arcivescovo di Napoli, un Filippo fu vescovo di Cariati, un Ascanio fu arcivescovo di Bari, un Camillo ed un Troiano furono entrambi arcivescovi di Conza; tra le statali Elia servì Guglielmo II di Sicilia come maresciallo, un Niccolò fu reggente della vicaria, un Ruggiero fu giustiziere di Otranto ed un Carlo fu vicario generale di Calabria.
Complessivamente la famiglia possedette due principati, un ducato, tre marchesati, una contea[7] e novantasette feudi[1]; contrasse parentele con le famiglie Acquaviva, Antiochia, Borromeo, Caldora, Caracciolo, Carafa, Del Balzo, Filangeri, Loffredo, Pignatelli, Ruffo e Sanseverino[7]; fu aggregata al seggio di Nilo dei sedili di Napoli e fu riconosciuta nobile anche in Auletta e Benevento[1].