Gesta Hungarorum
Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
Con Gesta Hungarorum, o Gesta degli ungheresi, si indica il più antico testo scritto di cui si abbia conoscenza dedicato alla storia dell'Ungheria. Redatte per «tramandare gli eventi ai posteri», il genere a cui appartengono, più che a quello delle cronache, andrebbe ricondotto alle canzoni di gesta, un genere letterario tipico del Medioevo. L'autore, che risulta ad oggi sconosciuto, è convenzionalmente e semplicemente chiamato "anonimo" nelle opere accademiche: si trattava probabilmente di un notaio che era stato in vita alla corte di un re di nome Béla, verosimilmente Béla III (al potere dal 1173 al 1196).[1] Secondo la maggior parte degli storici, l'opera fu completata all'inizio del XIII secolo.[2] Le Gesta sopravvivono per mezzo di un unico manoscritto della seconda parte del XIII secolo, custodito per secoli a Vienna; attualmente, esso fa parte della collezione della biblioteca nazionale Széchényi a Budapest.
Gesta Hungarorum | |
---|---|
Titolo originale | Anonymi Belae regis notarii historia de septem primis ducibus Hungariae |
La prima pagina del manoscritto delle Gesta Hungarorum in latino medievale | |
Autore | Anonimo notaio di re Béla |
1ª ed. originale | 1200 |
Genere | gesta |
Lingua originale | latino medievale |
Ambientazione | Europa centrale |
Protagonisti | ungari |
Il soggetto principale delle Gesta riguarda la conquista magiara del bacino dei Carpazi a cavallo tra il IX e il X secolo e, in secondo luogo, l'origine degli ungari, identificati come discendenti del regno medievale degli antichi sciti. Molte delle fonti alla base dell'opera sono state ad oggi identificate dagli studiosi: tra queste figurano la Bibbia, le Etymologiae di Isidoro di Siviglia, l'Exordia Scythica del VII secolo, il Chronicon di Regino di Prüm della fine del IX secolo e i primi romanzi medievali dedicati ad Alessandro Magno. L'anonimo ricorreva anche a canti popolari e a ballate quando compilò il suo lavoro. Egli era a conoscenza di una versione della "Cronaca ungherese" del tardo XI secolo, il cui testo è stato parzialmente conservato nella sua fatica e nelle cronache successive, ma la sua narrazione della conquista ungara differisce dalla versione fornita dalle altre cronache. L'anonimo non menziona nessuno degli avversari dei conquistatori magiari noti da fonti scritte intorno al 900, mentre riferisce della lotta contro sovrani sconosciuti da altre opere. Secondo una teoria accademica, egli ricorse a dei toponimi per denominare gli avversari degli ungari.