Dejima
isola artificiale a largo di Nagasaki, Giappone / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Dejima o Deshima (出島? letteralmente isola d’uscita), è stata una piccola isola artificiale situata nel porto giapponese di Nagasaki.[1] Utilizzata come agenzia commerciale prima dai portoghesi (dal 1636 al 1639)[2] e poi dagli olandesi della Compagnia olandese delle Indie orientali (dal 1641 al 1859)[3], fu l'unico luogo di scambio commerciale e culturale tra l'occidente ed il Giappone durante il sakoku (letteralmente paese in catene), l'auto-imposto periodo di isolamento giapponese.[4]
Dejima 出島 | |
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Dejima in una litografia del 1852. | |
Geografia fisica | |
Localizzazione | Baia di Nagasaki |
Coordinate | 32°44′37″N 129°52′23″E |
Superficie | 0,013 km² |
Dimensioni | 0,12 × 0,075 km |
Classificazione geologica | Isola artificiale |
Geografia politica | |
Stato | Giappone |
Regione | Kyūshū |
Prefettura | Prefettura di Nagasaki |
Sottoprefettura | Nagasaki |
Fuso orario | UTC+9 |
Cartografia | |
voci di isole del Giappone presenti su Wikipedia |
L'isola, menzionata nei documenti occidentali dell'epoca con i nomi romanizzati di Deshima o, specialmente nei documenti olandesi, Decima, si estendeva su una superficie a forma di ventaglio di circa 13000 m²[5] e perse il suo ruolo di 'finestra sull'occidente' in seguito alla Convenzione di Kanagawa del 1854 che mise fine ai 220 anni di isolamento nazionale.
A partire dal 1861 subì progressivi cambiamenti topografici dovuti a lavori di bonifica che ne determinarono la completa integrazione alla terraferma e la conseguente perdita della caratteristica forma a ventaglio.[3]
Nel 1920 Dejima fu designata sito storico nazionale dal governo giapponese e nel 1996 venne lanciato ufficialmente il progetto di restauro e ricostruzione degli edifici storici dell'isola.[6]