Cristianesimo in India
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Il Cristianesimo in India è la terza religione maggiormente professata (dopo l'induismo e l'islam); sulla base del censimento svoltosi nel 2011 esso conta 27.816.588[1] fedeli, che vengono a costituire il 2,30% della popolazione totale[2][3] della nazione. Un certo numero di opere scritte da autori dell'Oriente cristiano affermano che il primo cristianesimo sia stato introdotto inizialmente in India da Tommaso apostolo il quale visitò Muziris in Kerala[4][5][6][7][8][9] nell'anno 52 con l'intento di diffondere il vangelo tra gli insediamenti ebraici ivi sorti da tempo, per poi stabilirvisi e morire martire. Nel resto del subcontinente indiano[10][11] il cristianesimo è stato introdotto tramite l'attività dei missionari occidentali.
Anche se le origini del cristianesimo in India rimangono poco chiare, vi è un consenso generale degli studiosi sul fatto che questa fede sia stata introdotta storicamente con certezza a partire almeno dal VI secolo, tra cui vi erano alcune comunità che utilizzavano liturgicamente la lingua siriaca, pur rimanendo possibile che l'esistenza di tal religione possa estendersi indietro nel tempo fin quasi ad arrivare al I secolo[12]; stabilendosi così in India meridionale ancora prima che l'allora impero romano in Europa fosse del tutto cristianizzato[13].
A tutt'oggi i cristiani sono presenti nell'intero territorio indiano e fanno praticamente parte di tutti i ceti sociali, ma con una maggior concentrazione ed ampio seguito in alcune zone del sud, lungo la costa del Konkan (dalla baia di Mumbay a Mangalore) e nel Nord-Est. I cristiani indiani hanno contribuito in modo significativo nel corso dei secoli allo sviluppo e all'integrazione sociale dei propri membri e sono ben rappresentati in vari ambiti della vita nazionale; essi hanno espresso alcuni tra i principali ministri, governatori e commissari elettorali[14][15]. Infine figurano per aver il rapporto numericamente più equo fra sessi fra le varie comunità religiose presenti in India[16][17].
Il cristianesimo indiano assume diverse denominazioni. Lo stato del Kerala è storicamente sede dei cristiani di san Tommaso, antica comunità che inizialmente professava il cristianesimo siriaco orientale, che tuttora è suddiviso in differenti chiese e tradizioni. Vi sono due chiese cattoliche di rito orientale che si rifanno ai cristiani di san Tommaso: la chiesa cattolica siro-malabarese e la chiesa cattolica siro-malankarese. Vi sono anche diverse chiese ortodosse orientali autocefale o autonome, tra cui la Chiesa ortodossa siriaca del Malankara, la Chiesa cristiana siriaca giacobita e la Chiesa siro-malankarese Mar Thoma.
Dal XIX secolo in poi sono state presenti ed attive alcune chiese appartenenti al protestantesimo; le maggiori denominazioni di queste sono la Chiesa dell'India del Sud, la chiesa dell'India del Nord, la chiesa presbiteriana dell'India, inoltre seguaci del battismo, del luteranesimo, dell'Assemblea dei fratelli di Plymouth, della comunione anglicana tradizionale, dell'evangelismo, metodismo e pentecostalismo, oltre ad altri gruppi non confessionali.
Il cattolicesimo latino è stato introdotto in terra indiana dai portoghesi (gesuiti in particolare), italiani e irlandesi, a partire dal XVI secolo, mentre il protestantesimo è stato successivamente diffuso dai missionari inglesi, statunitensi, tedeschi e scozzesi. Queste missioni protestanti sono state anche responsabili della prima introduzione in India dell'educazione di stampo anglosassone[18], oltre ad essere autori delle prime traduzioni della Bibbia nelle varie lingue dell'India[19]. Infine la Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni (i mormoni) ha oltre dieci mila membri sparpagliati in diverse congregazioni: sono più diffusi nelle grandi città di Nuova Delhi, Hyderabad, Bangalore, Rajahmundry, Visakhapatnam, Chennai e Coimbatore. I Testimoni di Geova sono presenti in India sin dal primo dopoguerra; hanno al 2021 oltre 55.000 fedeli, che si radunano in 906 comunità.
Le chiese cristiane nel complesso gestiscono migliaia di scuole, di ogni ordine e grado, e di istituzioni ospedaliere, le quali contribuiscono in modo significativo allo sviluppo dell'intera nazione[20].