Conflitto russo-ucraino
crisi politico-militare tra Russia e Ucraina iniziata nel 2014 / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Il conflitto russo-ucraino è uno scontro politico, diplomatico e militare[2] tra Russia e Ucraina iniziato de facto dal febbraio del 2014 con la rivoluzione di Maidan.[1] Dal febbraio 2022, dopo l'invasione russa dell'Ucraina, le truppe regolari di entrambi i paesi sono coinvolte in uno scontro diretto.
Guerra russo-ucraina | |||
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Data | 20 febbraio 2014[1] - in corso (10 anni e 101 giorni) | ||
Luogo | Ucraina | ||
Casus belli | |||
Modifiche territoriali |
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Schieramenti | |||
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Comandanti | |||
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In seguito all'Euromaidan, sfociata nella rivoluzione ucraina del febbraio 2014 che portò alla fuga e alla destituzione del presidente ucraino Viktor Janukovyč (avvenuta il 22 febbraio 2014), in Crimea iniziarono ad avere luogo alcune proteste filorusse e, al contempo, gruppi di soldati russi senza insegne (i cosiddetti omini verdi) presero il controllo delle principali infrastrutture e dei centri amministrativi della regione. A questi avvenimenti seguì l'invio ufficiale delle forze armate russe in Crimea e il 16 marzo, dopo un referendum ritenuto non valido dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite con 100 voti favorevoli, 11 contrari e 58 astenuti,[3] la Russia annesse la penisola alla Federazione.
Ad aprile di quello stesso anno nelle maggiori città del Donbass scoppiarono delle violente proteste filorusse che sfociarono in una guerra tra il governo ucraino e le forze secessioniste, nel frattempo costituitesi nelle repubbliche popolari di Doneck e Lugansk, dichiaratesi indipendenti l'11 maggio in seguito a un referendum.[4]
Le ostilità tra le milizie secessioniste del Donbass e l'esercito ucraino proseguirono incessantemente, provocando anche l'abbattimento del volo Malaysia Airlines 17. Il 5 settembre 2014 i presidenti di Russia e Ucraina, con la presenza dei rappresentanti delle due repubbliche popolari, si incontrarono a Minsk e siglarono un protocollo per stabilire il cessate il fuoco, che fu però violato più volte da entrambe le parti. Per provare a fermare nuovamente le ostilità in Donbass, il 12 febbraio 2015, grazie alla mediazione di Francia e Germania, Ucraina e Russia siglarono un nuovo protocollo per stabilire la tregua. Anche questo secondo accordo venne violato numerose volte e nel 2018 si verificò un incidente nello stretto di Kerč' che coinvolse direttamente navi russe e ucraine.[5]
Tra l'ottobre e il novembre del 2021 la Russia diede inizio a una vasta mobilitazione delle sue forze armate sul confine ucraino, dispiegando ulteriori forze in Bielorussia, Transnistria e Crimea oltre alla flotta del Mar Nero. Il 21 febbraio 2022 la Russia riconobbe le repubbliche popolari del Donbass e tre giorni dopo diede inizio all'invasione dell'Ucraina.[6]