Colpo di Stato in Uruguay del 1973
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Il colpo di Stato in Uruguay del 1973 ebbe luogo il 27 giugno 1973 e segnò la transizione nella dittatura militare che durò fino al 1985.[1]
Colpo di Stato in Uruguay del 1973 parte della guerra fredda | |
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Eletto democraticamente nel 1971, Bordaberry sciolse il parlamento nel 1973, istituendo una dittatura civile-militare. | |
Data | 27 giugno 1973 |
Luogo | Uruguay |
Esito | |
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Juan María Bordaberry, allora presidente della Repubblica, chiuse il parlamento e affidò il potere a una giunta militare; si parlò quindi di "auto-golpe". Ufficialmente, il golpe doveva schiacciare i Tupamaros, un'organizzazione di guerriglia urbana. I sindacati scioperarono e le fabbriche vennero occupate. Lo sciopero durò due settimane. La prova di forza si concluse con l'imprigionamento dei leader sindacali, la loro uccisione o il loro esilio in Argentina. Dopo il colpo di Stato, partiti e sindacati furono banditi.
I sindacati e i partiti politici rimasero quindi illegali ma condussero, col sostegno di gran parte della popolazione, una ferma opposizione alla dittatura, fino a quando uno sciopero generale nel 1984 impose il ritorno alla democrazia, che avvenne nel 1985.