Bimah
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Il bimah (ebraico plur. bimot) delle sinagoghe è una piattaforma elevata, nota anche come almemar o almemor tra alcune comunità aschenazite[1] (dall'arabo, al-minbar, che significa "piattaforma/podio".[2]).
L'ebraico postbiblico bima (בּימה), "piattaforma" o "pulpito", deriva o dall'ebraico biblico bama (בּמה), "luogo elevato", o altrimenti dal greco antico col vocabolo usato per "piattaforma elevata", bema (greco: βῆμα); tuttavia il greco antico potrebbe esser derivato da radice semitica attraverso il fenicio).[3] Tra i sefarditi il bimah è noto come tevah (letteralmente "scatola, cassa" in ebraico)[4] o migdal-etz[5] ("torre di legno").[6]
Il bimah è tipicamente elevato di due o tre gradini, così come era il bimah del Tempio. Alla celebrazione della festa di Shavuot, quando le sinagoghe vengono decorate con fiori, molte hanno archi speciali che si collocano al di sopra del bimah e l'adornano con composizioni floreali. La rilevanza del bimah è quella di dimostrare che il lettore è la persona più importante in quel momento preciso e rendere inoltre più facile il sentire la lettura della Torah. Un bimah soprelevato in genere possiede una ringhiera. Questo era un obbligo religioso per la sicurezza di bimah alti più di 10 palmi, o tra gli 83 ed i 127 cm. Un bimah più basso (anche di un solo gradino) in genere ha una ringhiera come misura pratica per evitare che qualcuno inavvertitamente inciampi e caschi.
Il bimah è diventato una struttura fissa nelle sinagoghe, dal quale vengono lette le porzioni bibliche settimanali (parashoth) e l'haftarah. Nell'ebraismo ortodosso il bimah è posto al centro della sinagoga, separato dall'Arca. In altre correnti dell'ebraismo, il bimah e l'Arca sono uniti.