Utente:Carlo58s/Sandbox7
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La Costituzione del Regno di Thailandia è la legge fondamentale dello Stato thailandese e occupa il vertice della gerarchia delle fonti nell'ordinamento giuridico nazionale. Dall'abolizione della monarchia assoluta nel 1932, a tutto il 2023 la Thailandia ha avuto 20 tra costituzioni definitive, transitorie e ottriate (concesse dal sovrano). Nello stesso periodo vi furono 10 colpi di Stato militari e, di questi 10, in otto casi fu abrogata la Costituzione esistente per scriverne una nuova, di solito senza ricorrere a una consultazione pubblica.[1]
Costituzione del Regno di Thailandia | |
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Copia originale della Costituzione del Siam del 1932, custodita presso il museo del Parlamento thailandese | |
Stato | Thailandia |
Tipo legge | Legge fondamentale dello Stato |
Proponente | Comitato di 6 membri tra cui Pridi Banomyong |
Schieramento | Khana Ratsadon (partito unico) |
Promulgazione | 10 dicembre 1932 |
A firma di | Prajadhipok |
Testo | |
(EN) Costituzione thailandese del 10 dicembre 1932 (PDF), su media.bloomsburyprofessional.com. |
La Costituzione del 1997, chiamata la costituzione del popolo, è considerata la migliore e la più democratica fra tutte quelle emanate nel Paese, fu stilata da una speciale assemblea formata da 99 esperti i quali raccolsero in tutto il Paese i suggerimti dei cittadini. Le principali novità che introdusse furono la creazione di una legislatura bicamerale, con il Sato che per la prima volta veniva eletto dal popolo, il decentramento di poteri del governo nazionale che concedeva autonomie agli enti locali, il rispetto delle libertà e dei diritti umani come mai era stato garantito in precedenza e la definizione dei poteri suddivisi tra Parlamento, governo, magistratura e gli stessi enti locali.[2][3][4] Molte delle riforme di questa costituzione furono annullate dopo il colpo di Stato del 2006.[1]
L'attuale Costituzione, scritta secondo le direttive della giunta militare che prese il potere con il colpo di Stato del 2014, entrò in vigore nell'aprile 2017, dopo il contestato referendum costituzionale dell'anno precedente che vide il 61,4% dei votanti accettare la bozza proposta dal Parlamento dominato dai militari.[5][6][7] Tra le più rilevanti e contestate novità introdotte, vi furono l'aumento dei poteri della Corte costituzionale, con i quali diventava più facile incriminare i dirigenti dei partiti politici, la facoltà da parte dei militari di scegliere tutti e 250 i senatori, sei dei quali dovevano essere ufficiali di vertice delle forze dell'ordine, e un sistema proporzionale che riduceva l'influenza dei maggiori partiti, una norma volta apertamente a contrastare il potere del partito Pheu Thai vicino a Thaksin Shinawatra, l'imprenditore che dal 2001 dominava la politica nazionale in aperto contrasto con le gerarchie militari.[8][9]
Prima di promulgare la Costituzione, il nuovo re Vajiralongkorn ottenne che venisse modificata con degli articoli che aumentarono le sue prerogative. Da quando era salito al trono nel 2016, il sovrano aveva iniziato ad accrescere la propria influenza sulla giunta militare e il potere della monarchia sullo Stato. L'imposizione dei suoi voleri alla giunta è stata interpretata come il tentativo di rafforzare il prestigio della monarchia nel Paese centralizzando il potere secondo uno stile di stampo assolutista come mai era successo da quando era stata introdotta la monarchia costituzionale nel Paese nel 1932.[8][10] Si venne a formare di conseguenza un movimento di massa che nelle grandi proteste del 2020-2021 chiese la riforma della Costituzione, la fine dell'influenza dei militari sulla politica e, per la prima volta nella storia del Paese, un ridimensionamento delle prerogative della monarchia.[11][12][13]