Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi
dipinto a olio su tavola di Raffaello / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Il Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi è un dipinto a olio su tavola (155,2x118,9 cm) di Raffaello Sanzio, databile al 1518.
Leone X tra i cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi | |
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Autore | Raffaello |
Data | 1518 |
Tecnica | olio su tavola |
Dimensioni | 155,2×118,9 cm |
Ubicazione | Galleria degli Uffizi, Firenze |
Il grande ritratto del papa venne inviato a Firenze nel 1518 per rappresentare il pontefice, impossibilitato a spostarsi, alle nozze del nipote Lorenzo duca di Urbino con la nobildonna francese Madeleine de La Tour d'Auvergne (parente del re di Francia Francesco I), dalla cui unione nacque Caterina de' Medici[1]. Il ritratto venne sistemato in Palazzo Medici e le fonti lo ricordano "sopra alla tavola dove mangiava la Duchessa e gli altri signori, in mezzo, che veramente rallegrava ogni cosa"[2].
Vasari ne fece una descrizione di stupefatta ammirazione, che ben rievoca l'impressione che l'opera fece presso i contemporanei: incantava l'acuta descrizione degli oggetti, la resa minuziosa dei dettagli preziosi e soprattutto "i lumi delle finestre, le spalle del papa e il rigirare delle stanze" riflessi nel pomello della sedia camerale[2].
Ne furono fatte varie copie, tra cui una del Vasari stesso nel 1536; lo storico aretino riporta anche una storia secondo cui una copia di Andrea del Sarto (oggi a Napoli) venne spedita al posto dell'originale a Federico II Gonzaga, che l'aveva ammirato in casa di Ottaviano de' Medici e tanto aveva insistito per avere l'opera con Clemente VII; in realtà si pensa si tratti di un falso racconto, poiché dal carteggio si evince che il marchese non ricevette il dipinto prima del 1525[3].
Secondo Federico Zeri la copia di Vasari era invece custodita (e fu fotografata) nel 1985 presso una non specificata collezione privata a Terni.[4]
Una terza copia fu dipinta nel 1520 da Giuliano Bugiardini con il cardinale nipote Innocenzo Cybo al posto del de' Rossi, nel frattempo deceduto.[5]
Nel 1589 l'originale risulta inventariato agli Uffizi, e dal 1799 al 1816 finì in Francia tra le prede napoleoniche[3].
Con l'unione di Uffizi e Galleria Palatina, il direttore Eike Schmidt ha portato avanti un riordino delle collezioni, destinando il ritratto alla galleria palatina di palazzo Pitti, dove l'opera si trovava fino al XIX secolo.[6]
Dopo il restauro del 1995[7], la tavola è stata di nuovo restaurata nel 2017-2018