Presidenza di William Howard Taft
27ª presidenza degli Stati Uniti d'America (1909-1913) / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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La presidenza di William Howard Taft iniziò il 4 marzo 1909, quando William Howard Taft si insediò come presidente degli Stati Uniti, e terminò il 4 marzo 1913.
Presidenza William Howard Taft | |
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William Howard Taft | |
Stato | Stati Uniti |
Capo del governo | William Howard Taft (Repubblicano) |
Giuramento | 4 marzo 1909 |
Governo successivo | 4 marzo 1913 |
Taft, un repubblicano dell'Ohio, è stato il ventisettesimo presidente. Era il protetto e successore prescelto del presidente Theodore Roosevelt, e vinse sconfiggendo facilmente il democratico William Jennings Bryan nelle elezioni presidenziali del 1908. La sua presidenza terminò con la sua sconfitta nelle elezioni del 1912 da parte del democratico Woodrow Wilson. L'amministrazione Taft cercò di ridurre i dazi, a quel tempo una delle principali entrate del governo, ma la legge Payne-Aldrich del 1909 li aumentò quando l'opinione pubblica si aspettava riduzioni. Taft riprese e spinse oltre l'azione del suo predecessore per contrastare i cartelli, avviando cause contro la U.S. Steel e altre società. Taft nominò sei giudici alla Corte suprema degli Stati Uniti, un numero superato solo da altri due presidenti. Negli affari esteri, Taft si concentrò su Cina e Giappone e intervenne ripetutamente nella politica interna dei paesi latinoamericani. Il suo governo cercò di far valere la dottrina Monroe e adottò la cosiddetta "diplomazia del dollaro", usando gli investimenti, anziché la forza, per rafforzare l'influenza in America Latina e Asia.
La compagine del suo governo era piena di conflitti tra l'ala conservatrice del Partito Repubblicano, verso cui Taft spesso tendeva, e l'ala progressista, verso la quale invece si spinse sempre più Roosevelt durante la presidenza di Taft. Le controversie sulla tutela dell'ambiente e sulle cause antitrust intentate dal governo Taft furono motivo di ulteriore divisione tra i due. Roosevelt sfidò Taft alla Convention nazionale repubblicana del 1912, ma Taft sfruttò il suo controllo sull'organizzazione del partito per vincere di poco la nomina del suo partito. Dopo la Convention, Roosevelt lasciò il partito, formò il Partito Progressista e si candidò contro Taft e Wilson alle elezioni del 1912. Questa scissione dei Repubblicani fu fatale per le possibilità di rielezione di Taft, ridando ai Democratici la presidenza dopo sedici anni e la maggioranza al Congresso. Gli storici generalmente considerano Taft come un presidente medio.