Pamir
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Il Pamir è un elevato massiccio montuoso situato prevalentemente nella parte orientale del Tagikistan, ma anche nelle aree limitrofe di Afghanistan, Cina e Kirghizistan. Situato nel punto dove convergono vari sistemi orografici dell'Asia centrale e del Tibet, presenta tre cime principali che superano i 7000 metri, tra le quali il picco Ismail Samani (7495 m), generalmente considerato la sua cima più alta, che hanno valso al massiccio l'appellativo di «tetto del mondo».
Pamir | |
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Carta topografica del Pamir | |
Continente | Asia |
Stati | Afghanistan Cina Kirghizistan Tagikistan |
Cima più elevata | Picco Ismail Samani (7495 m s.l.m.) |
Lunghezza | 500 km |
Larghezza | 300 km |
Superficie | 120 000 km² |
Età della catena | Carbonifero |
Tipi di rocce | Rocce sedimentarie, metamorfiche, vulcaniche e granitiche |
Con il nome comune pamir (plurale pamiri) si indicano anche un certo tipo di valli glaciali più fertili delle montagne e degli altopiani circostanti, che sono generalmente caratterizzati da condizioni climatiche estreme, con precipitazioni molto scarse ed escursioni termiche considerevoli, in particolare nella parte orientale desertica del massiccio. Tuttavia, il Pamir è una delle regioni che ospitano più ghiacciai al di fuori dei poli, come il ghiacciaio Fedčenko, lungo 77 chilometri; di conseguenza esso è attraversato da un gran numero di fiumi appartenenti ai bacini dell'Amu Darya ad ovest e del Tarim ad est e ospita centinaia di laghi. Nonostante l'estrema scarsità della flora che caratterizza l'ecoregione della tundra e deserto d'altitudine del Pamir, la fauna è molto diversificata: tra le specie maggiormente degne di nota figura l'argali di Marco Polo, una specie endemica e in pericolo di estinzione.
L'uomo frequenta la regione del Pamir da vari millenni: essa si trova infatti lungo uno degli itinerari secondari della via della seta, che nell'Antichità attraversava l'Asia centrale, ma solamente i Tagiki a partire dal II secolo e i Kirghisi a partire dal XVI vi si sono insediati permanentemente. Marco Polo, nel XIII secolo, fu il primo europeo a raccontare la sua traversata del Pamir. Tuttavia, furono ben pochi quelli che seguirono le sue orme, almeno fino alla metà del XIX secolo, quando la zona venne esplorata e si trovò al centro di un conflitto geopolitico, il cosiddetto «Grande Gioco», tra l'Impero russo a nord e l'India britannica a sud. Finita quest'epoca, il Pamir ripiombò nuovamente nell'oblio durante il XX secolo. Attualmente, è abitato da varie popolazioni adattatesi a vivere in montagna: i Tagiki, ad ovest e a sud, e i Kirghisi, a nord e ad est. Questi ultimi, che si spostano con le loro greggi nei pochi pamiri fertili, conducono uno stile di vita semi-nomade e sono i custodi di una cultura ricca di tradizioni popolari.
Il Pamir rimane tuttora una delle regioni più isolate del mondo. Le infrastrutture sono poco sviluppate e la popolazione continua a dipendere dagli aiuti esterni. Anche il turismo, basato essenzialmente su alpinismo, trekking ed ecoturismo, stenta a svilupparsi, malgrado la presenza di numerose aree protette, tra le quali il parco nazionale del Pamir, il più grande dell'Asia centrale.