Legge indù
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L'espressione legge indù o diritto indù nel suo uso corrente si riferisce al sistema di leggi personali (cioè, matrimonio, adozione, eredità) applicato agli induisti, specialmente in India.[1] La legge indù moderna fa quindi parte della legge dell'India stabilita dalla Costituzione dell'India (1950).
Anteriormente all'indipendenza indiana nel 1947, la legge indù formava parte del sistema giuridico coloniale britannico e fu formalmente stabilita come tale nel 1722 dal governatore generale Warren Hastings che dichiarò nel suo Piano per l'amministrazione della giustizia che "in tutte le cause riguardanti eredità, matrimonio, casta e altri usi o istituzioni religiosi, le leggi del Corano riguardo ai Maomettani e quelle degli Shastra riguardo agli Indù devono essere invariabilmente applicate".[2] La sostanza della legge indù attuata dai Britannici era derivata dalle prime traduzioni dei testi sanscriti noti come Dharmaśāstra, i trattati (śāstra) sul dovere religioso e giuridico (dharma). I Britannici, tuttavia, scambiarono i Dharmaśāstra per codici legislativi e non si resero conto che questi testi sanscriti non erano utilizzati come enunciazioni di diritto positivo prima che essi scegliessero di farlo. Piuttosto, i Dharmaśāstra contengono ciò che potrebbe chiamarsi una giurisprudenza, cioè una riflessione teorica sul diritto pratico, non un'enunciazione del diritto della terra in quanto tale.[3] Un altro senso della legge indù, allora, è il sistema giuridico descritto e immaginato nei testi dei Dharmaśāstra.
Un'ultima definizione della legge indù, o legge indù classica, unisce l'ambito della pratica legale alla tradizione scolastica dei Dharmaśāstra, definendo la legge indù come un'etichetta applicabile a una miriade di sistemi giuridici localizzati dell'India classica e medievale che furono influenzati dalla e a loro volta influenzarono la tradizione dei Dharmaśāstra. Tali leggi locali non si conformarono mai completamente agli ideali dei Dharmaśāstra, ma sia le norme sostanziali che procedurali della tradizione ebbero realmente un impatto sulla legge pratica, sebbene in misura largamente indiretta. Vale la pena di enfatizzare che il sanscrito non contiene una parola che corrisponda precisamente al concetto di "legge" o "religione" e che, pertanto, l'etichetta di "legge indù" è in realtà una convenzione moderna usata per descrivere questa tradizione.
Questo articolo passerà brevemente in rassegna la tradizione della legge indù dai suoi fondamenti concettuali e pratici nell'India primordiale (legge indù classica), attraverso le appropriazioni coloniali dei Dharmaśāstra (legge anglo-indù) fino all'istituzione del moderno sistema giuridico personale (legge indù moderna).